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(fotografia di Steve McCurry per National Geographic)
Consiglio di leggere la storia dietro questa fotografia
Questo volto è parte del patrimonio di immagini con cui siamo cresciuti, che apparve sul National Geographic nel giugno del 1985.
Fu chiamata la ragazza afgana, la ragazza dagli occhi verdi. Steve McCurry l’aveva scovata in Pakistan in un campo di rifugiati sotto un tendone che fungeva da scuola. Era una bambina di dodici anni in quella famosissima foto. Si chiama Sharbat ed è scappata dall’Afghanistan a sei anni con la nonna e il fratello più piccolo dopo che entrambi i suoi genitori erano morti sotto le bombe degli invasori sovietici. Accettò di posare per McCurry a condizione che non le venisse chiesto di sorridere perché, secondo le regole della sua tribù, una femmina che concede confidenze agli sconosciuti deve essere punita.
Grazie a questo scatto, Sharbat diventa famosa in tutto il mondo anche se non sa di esserlo, perché, ovviamente, nel suo campo profughi non c’erano i media occidentali. Vent’anni dopo il grande fotografo ritorna a Peshawar con un obbiettivo: ritrovare la sua modella più famosa. Non sapeva neanche come si chiamasse ma, facendo vedere la foto, lo portano finalmente in un campo profughi dove la ritrova. La riconosce dagli occhi e dalle labbra. Per tutto il resto purtroppo era passata una vita piuttosto dura. Sono passati altri dodici anni da quel nuovo incontro. Sharbat ha superato i quaranta e in una bacheca di Peshawar, è apparsa una sua terza immagine. È una foto segnaletica della polizia pakistana che ha denunciato l’ex ragazza afgana per avere falsificato i documenti suoi e dei suoi figli nel tentativo disperato di ottenere finalmente, dopo quarant’anni, la cittadinanza pakistana.
Passano ancora alcuni anni, nel 2021 Sharbat Gula viene finalmente tratta in salvo e trasferita qui, in Italia, patria di quel genio di Leonardo che dipinse la Monnalisa, per chiudere forse finalmente il cerchio di quella che è la Monnalisa del nostro secolo.